La sostenibilità e la Responsabilità Sociale d’Impresa sono da oltre un decennio al centro delle strategie delle aziende della Distribuzione Moderna. Dal 2012 a oggi le aziende del settore hanno raggiunto importanti traguardi, raccontati attraverso i Bilanci di Sostenibilità dedicati.
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Federdistribuzione, insieme ad Altis Graduate School of Sustainable Management, partner scientifico dell’iniziativa, e alla collaborazione delle imprese associate ha dato vita a partire dal 2012 a un documento unico nel suo genere: un vero e proprio manifesto per raccontare agli stakeholders il percorso, i risultati raggiunti, le iniziative e le collaborazioni messe in campo dalle aziende in ambito sostenibile: il primo Bilancio di Sostenibilità del Settore della Distribuzione Moderna.

«Il 2012, con la pubblicazione del primo bilancio, l’abbiamo definito l’anno della sfida». Racconta Stella Gubelli, amministratore delegato di Altis Advisory e compagna di viaggio di questo percorso ultra decennale. «Il risultato di questo primo esperimento ha restituito una fotografia chiara dell’impegno delle aziende associate in ambito di sostenibilità. Volendo dare un titolo alla fotografia che abbiamo scattato oltre dieci anni fa, si potrebbe dire che allora ci trovavamo di fronte ad ‘aziende più del fare che del comunicare’. Ne è emersa, infatti, la rappresentazione di un settore in cui le aziende erano impegnate in diverse iniziative di sostenibilità in ambito ambientale e sociale, che spesso non erano classificate come tali e che quindi non venivano comunicate, o venivano comunicate male».

Il percorso di rendicontazione ha favorito, poi, un processo di consapevolezza interna e di contaminazione virtuosa, grazie alla raccolta delle buone prassi in uso, e questo, associato alla crescente centralità del tema, anche a livello internazionale, e alle sempre più frequenti sollecitazioni da parte degli stakeholder e dell’opinione pubblica, ha indirizzato le aziende verso un approccio più strutturato in ambito ESG (Environmental, Social e Governance), con l’implementazione di iniziative più coerenti con il business e più “evolute”. Le aziende, quindi, hanno iniziato anche a comunicare verso l’esterno ciò che facevano, consapevoli che l’approccio sostenibile al business diventava sempre di più una leva competitiva. 
«Un dato chiaro» – aggiunge la Dott.ssa Gubelli – «nel 2012 solo il 25% di imprese dichiaravano di pubblicare informazioni di sostenibilità (in una sezione del proprio sito o attraverso un Bilancio di sostenibilità), passando poi al 52% nel 2016, fino ad arrivare al 64% del 2022. Una crescita evidente».

Dal 2014 fino al 2017 la sostenibilità ha, quindi, avuto il tempo per affondare le proprie radici in maniera stabile nella governance e nei processi delle aziende. 
«Il percorso di questi anni si è sviluppato su due filoni paralleli e complementari», commenta Stella Gubelli. «Superata la fase di approccio “disordinato” al tema e andando verso un approccio strutturato e integrato nel business, le aziende hanno iniziato a costruire i pilastri per una gestione sostenibile, concentrandosi sulla strutturazione di regole di governance e sulla definizione di “linee guida” che formalizzassero l’impegno aziendale (policy, codice di condotta, codice etico, ecc.) verso una direzione ben definita, chiara».

le aziende hanno costruito negli anni i pilastri per una gestione sostenibile

Le aziende della Distribuzione Moderna sono l’anello di congiunzione tra le filiere produttive e il consumatore finale, forti di questa posizione nel tempo hanno assunto il ruolo di “sollecitatori di sostenibilità” sia a monte che a valle, favorendo in questo modo percorsi di sensibilizzazione dei consumatori, da una parte attraverso la promozione di campagne sulla riduzione degli sprechi, sulle corrette forme di riciclo e recupero, sugli impatti ambientali delle loro scelte di acquisto e di consumo; dall’altra sollecitando l’attenzione sui temi ESG presso i fornitori, grazie alla richiesta crescente di requisiti sfidanti come qualità e sicurezza dei prodotti, tracciabilità, tutela dei diritti umani nelle filiere produttive, ma anche la riduzione degli impatti ambientali, per esempio attraverso la riprogettazione del packaging in un’ottica sostenibile.

Le imprese della distribuzione sono in prima linea nella relazione con le persone, sia con i cittadini delle comunità in cui sono presenti i punti vendita sia con i consumatori che  frequentano il punto vendita. Il ruolo della Distribuzione Moderna è quindi importante perché può agire, anche in questo caso, su due versanti: da una parte quello della produzione dei beni, incoraggiandone la tracciabilità e sostenendone la circolarità, e dall’altra parte quello del consumo, poiché permette di sensibilizzare i propri clienti e le comunità locali, fornendo informazioni trasparenti e promuovendo la cultura della sostenibilità.

Sempre più aziende hanno implementato dei veri e propri processi di valutazione e selezione dei fornitori grazie alla definizione di criteri di sostenibilità sociale e ambientale. «Ad oggi, il 42% delle imprese della Distribuzione Moderna ha già incluso all’interno dei propri contratti di fornitura specifiche clausole relative a criteri di sostenibilità sociale che il fornitore deve essere in grado di soddisfare. Inoltre, è stata sviluppata una particolare attenzione nei confronti dei piccoli e medi fornitori: l’89% delle aziende dichiara di approvvigionarsi da fornitori italiani di piccole-medie dimensioni e il 42% di acquistare prodotti a km 0 e/o fairtrade. Questo ha un’azione benefica duplice: da una parte offre sostegno alle imprese locali indirizzando la loro offerta verso i bisogni dei consumatori e, dall’altra, garantisce ai clienti una migliore esperienza d’acquisto», aggiunge Stella Gubelli.

l’89% delle aziende

dichiara di approvvigionarsi da fornitori italiani di piccole-medie dimensioni e il 42% di acquistare prodotti a km 0 e/o fairtrade.

La rilevanza economica e la presenza capillare sul territorio, inoltre, rendono le aziende della Distribuzione Moderna in grado di creare impatti economici virtuosi, diretti e indiretti. Forti di questa consapevolezza, negli ultimi anni le aziende hanno contribuito in maniera incisiva a migliorare le condizioni di vita dei propri dipendenti, promuovendo attivamente diverse iniziative per incrementare il benessere dei collaboratori. Nel 2022, ad esempio, il 42% delle aziende della Distribuzione Moderna ha promosso programmi specifici di Workplace Health Promotion, con l’obiettivo di creare un ambiente di lavoro capace di incoraggiare l’adozione di scelte e comportamenti positivi per la salute dei propri collaboratori. Ancora, il 53% delle imprese ha formalizzato il tema del welfare aziendale all’interno di policy aziendali, di cui il 16% all’interno di un documento interamente dedicato a queste tematiche.

la sostenibilità crea impatti economici virtuosi, diretti e indiretti

Negli ultimi anni, inoltre, le principali tematiche globali – transizione energetica, salvaguardia ambientale, benessere sociale – sono state inserite a pieno titolo nelle politiche aziendali. 
«La V edizione del Bilancio di Sostenibilità di Settore del 2023 evidenzia che per il settore la transizione energetica è concretamente in atto: gli ambiti relativi al miglioramento sia nel monitoraggio delle emissioni inquinanti, logistica sostenibile, mobilità dei dipendenti ci aspettiamo che, anche in virtù dei più stringenti obblighi normativi, saranno oggetto di progettualità e di investimenti nell’immediato futuro», afferma Stella Gubelli.

In conclusione, le aziende della distribuzione hanno compiuto un notevole percorso verso la sostenibilità, trasformando i propri modelli di business e assumendo un ruolo di primo piano nella promozione di concrete pratiche sostenibili. Dalle politiche di sviluppo all’attenzione per i fornitori e i dipendenti, le imprese si sono distinte per la volontà di fare la differenza. Con la transizione energetica in corso e l’impegno verso un futuro green, la Distribuzione Moderna sta affrontando con audacia la sfida del cambiamento climatico, dimostrando che la sostenibilità, sinonimo anche di tutela dei diritti umani, è la strada verso un futuro migliore, quella in cui crediamo.

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