Il settore distributivo è impegnato a contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati dall’Ue. La Distribuzione Moderna ha la possibilità di giocare un ruolo da protagonista nella decarbonizzazione delle filiere e nella sensibilizzazione delle proprie persone.
7 min read

È il momento di mettere assieme l’impegno di tutti. Malgrado gli sforzi che governi e istituzioni hanno già messo in atto contro il cambiamento climatico, per rispettare l’obiettivo Ue di mantenere l’aumento della temperatura terrestre sotto gli 1,5 gradi entro il 2050 servirà un cambio di marcia. Stando alle proiezioni basate sulle politiche attuali, tale incremento salirà fino ai 2,5-2,9 gradi, ben al di sopra della soglia ritenuta tollerabile per la salute del nostro Pianeta. Il raggiungimento di questo fondamentale traguardo passa soprattutto dalla riduzione delle emissioni di CO2 e dal raggiungimento del cosiddetto net zero nel 2050, la parità tra i gas serra emessi dai Paesi Ue e quelli rimossi dall’atmosfera. Un obiettivo su cui l’Italia e gli altri stati membri sono al lavoro ormai da anni.

Il settore distributivo ha un ruolo importante nella transizione ecologica nel nostro Paese. Come riporta infatti lo studio condotto da Boston Consulting Group dal titolo “Distribuzione moderna in Italia”. Il piano per la decarbonizzazione del settore”, all’insieme delle attività economiche collegate al retail nazionale può essere ricondotta l’emissione ogni anno di 110 milioni di tonnellate di CO2, equivalenti a circa un quarto delle emissioni totali del nostro Paese (418 milioni di tonnellate nel 2019 secondo i dati Ispra).

Quindi, per il retail il 95% di queste emissioni sono indirette e derivano da fonti legate alla catena di fornitura, alla logistica e al consumo e interessano produttori e consumatori. Il restante 5% delle emissioni, invece, deriva da fonti dirette, riguardanti il settore della distribuzione.

Inoltre, in quanto anello di congiunzione tra le filiere produttive e 60 milioni di consumatori che frequentano i punti di vendita settimanalmente, le aziende della Distribuzione Moderna possono influenzare in maniera concreta le emissioni lungo la catena del valore, collaborando con i propri fornitori ed educando i consumatori ai comportamenti e gli stili di vita più sostenibili. La possibilità di giocare un ruolo da protagonista nella decarbonizzazione delle filiere è ancora più evidente per i prodotti a marchio del distributore (MDD), per cui le aziende del settore controllano direttamente le scelte di disegno, imballaggio e contenuto.

Un risultato raggiungibile tramite un lavoro mirato su cinque aree di intervento – dalla logistica verde all’efficientamento energetico dei punti vendita, dall’acquisto di energia elettrica da fonti 100% rinnovabile, all’approvvigionamento sostenibile, fino all’educazione e sensibilizzazione -, in grado di essere completato in larga parte entro il 2030. La costruzione di una rete di colonnine di ricarica per veicoli elettrici e le soluzioni all’avanguardia per l’efficientamento energetico sono le novità che possono essere implementate a breve termine, mentre i tempi sono più lunghi per quanto concerne il trasporto delle merci.

la riduzione delle emissioni è un impegno che riguarda tutti

Per diminuire la parte restante delle emissioni sono invece necessari interventi indiretti, come la riforestazione per “catturare” l’anidride carbonica prodotta o l’acquisto dei cosiddetti “carbon credits”, per compensare l’impatto ambientale fisiologico per una filiera fondamentale per l’economia del Paese. 
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) rappresenta un ottimo alleato per il nostro Paese nel percorso verso la decarbonizzazione dei processi produttivi e della mobilità. Infatti, a questa tematica è dedicata la missione 2 del Piano, che prevede fondi per quasi 60 miliardi di euro destinati a implementare tutti i processi della rivoluzione verde, dall’agricoltura sostenibile all’efficientamento degli edifici, passando per la tutela del territorio e delle risorse idriche.

5.5mln

aziende E IMPRENDITORI DEL retail IN EUROPA

Nel nostro continente, il retail conta oltre 5 milioni e mezzo di aziende e imprenditori per un valore aggiunto totale di circa un miliardo e mezzo di euro

33%

del settore nella ue

Ha previsto, nei piani strategici, obiettivi di decarbonizzazione 

30mln

di dipendenti

La Distribuzione è anche il settore che garantisce più posti di lavoro nell’Ue, con quasi 30 milioni di dipendenti

Come per l’Italia, la Distribuzione Moderna può rappresentare un traino verde anche a livello europeo. Stando a quanto raccolto da uno studio pubblicato da McKinsey & Company con la collaborazione di Eurocommerce, oggi il settore retail contribuisce per circa il 40% alle oltre 4 milioni di tonnellate di gas serra emesse ogni anno dai Paesi Ue. Di queste, la maggior parte (circa il 20%) deriva dalla filiera alimentare e dal fashion (3%), che rappresentano le due industrie più esigenti da questo punto di vista. Più in generale, i trasporti, i sistemi refrigeranti e il consumo di elettricità sono le attività che generano il maggior numero di emissioni nocive nel settore.
Numeri che spiegano quanto il ruolo delle aziende della distribuzione sia determinante in questo processo di transizione ecologica. È normale sia così: il retail, d’altronde, è il più grande ecosistema industriale del Vecchio Continente, conta oltre 5 milioni e mezzo di aziende per un valore aggiunto totale di circa un miliardo e mezzo di euro, superiore a tutte le altre industry. Il nostro è anche il settore che garantisce più posti di lavoro nell’Ue, con quasi 30 milioni di dipendenti.
Una presenza solida da cui derivano grandi responsabilità. L’esborso economico che la filiera si appresta a sostenere per conquistare questi obiettivi è importante: secondo le stime di McKinsey, serviranno investimenti per un totale di 335 miliardi di euro per raggiungere un buon livello di sostenibilità entro il 2030.

Il retail può senz’altro essere un riferimento nella svolta green europea, ma per farlo ha bisogno della collaborazione degli altri settori. La Distribuzione Moderna è una filiera complessa e articolata, il cui lavoro dipende anche da una moltitudine di attori esterni che contribuiscono al funzionamento della catena di distribuzione, dalla produzione fino alla vendita al dettaglio. È per questo che diventa cruciale una collaborazione ad ampio spettro con il supporto di politiche sempre più mirate a favorire questa sinergia.

Il cammino è stato tracciato. La maggior parte delle aziende ha già stilato programmi e posti obiettivi per dare il proprio contributo alla rivoluzione sostenibile. Come evidenziato da McKinsey, il 33% dei maggiori attori europei ha previsto nei piani strategici obiettivi di decarbonizzazione in linea con le indicazioni scientifiche. Considerando i 50 marchi europei più grandi, 3 su 4 hanno stabilito dei traguardi interni volti a rispettare o addirittura anticipare quanto previsto dalle istituzioni comunitarie.

335 miliardi di euro

Secondo le stime di McKinsey, serviranno investimenti per un totale di 335 miliardi di euro per raggiungere un buon livello di sostenibilità entro il 2030

Adottare politiche aziendali che incentivano la svolta sostenibile può garantire anche una posizione di forza per quanto riguarda altri due aspetti: il vantaggio competitivo generato da consumatori sempre più attenti al tema (e qui ritorna forte l’importanza del ruolo delle singole persone) e la maggiore attrattività nei confronti dei talenti alla ricerca di un impiego. Elementi fondamentali, che rappresentano vere sfide per le aziende nei prossimi decenni: come rilevato dall’Edelman Trust Barometer 2023, il 63% dei consumatori decide di acquistare o sostenere i marchi sulla base di convinzioni e di valori personali, mentre il 69% dei lavoratori dichiara di candidarsi e accettare un impiego in realtà che si battono per questioni a cui tengono, con un particolare riguardo per i problemi sociali. E i numeri sono ancora più alti tra i ragazzi della GenZ, sempre più attenta in fase di ricerca lavorativa a temi che hanno a che fare con la sostenibilità. Lavori sempre più guidati dai valori e dall’attenzione al mondo che le aziende intendono costruire in futuro.

La questione ambientale, dunque, è tra le istanze che sembra stiano cambiando le modalità di interazione tra dipendenti e imprese, tra clienti e rivenditori. Mettere le politiche di sostenibilità in cima alla lista delle priorità può davvero rappresentare per le attività delle aziende, retail e non solo, la chiave di volta che permette di intercettare questa trasformazione.

In questa svolta, come detto, serve l’aiuto di tutti. Le imprese della Distribuzione Moderna non hanno solo il compito di guidare il cambiamento attraverso iniziative e politiche sostenibili: grazie al rapporto privilegiato che hanno con le comunità di riferimento, possono diffondere pratiche e modi di pensare che accompagnino e rendano concreta tale trasformazione. Serve, dunque, un’assunzione di responsabilità e un’attenzione da parte di tutti, dalle imprese ai consumatori, che spinga verso nuovi comportamenti virtuosi capaci di migliorare la salute del Pianeta e, contestualmente, dare nuova linfa all’immagine che abbiamo del mondo di domani.

salvaguardare il pianeta per costruire un futuro migliore

Più in generale, le imprese del retail possono avere un ruolo determinante per trasformare la catena di produzione. Occorre passare da un modello lineare a uno circolare, in cui il riutilizzo degli scarti sia parte fondamentale delle abitudini quotidiane di cittadini e aziende. Si tratta di una necessità per la salvaguardia del nostro Pianeta, ma anche di un’opportunità per costruire un futuro migliore per tutti.

Condividi

Facebook
LinkedIn
X
WhatsApp

Le nostre storie