Dalle campagne di comunicazione alla gestione dei prodotti in negozio, sono numerose le azioni messe in campo dalla Distribuzione Moderna per ridurre ogni giorno gli sprechi alimentari.
Sono passati quasi 10 anni da quando l’Expo ha dato un impulso decisivo al tema dell’alimentazione, portando, al centro dell’attenzione e della riflessione sociale anche una tematica cruciale, quella dello spreco alimentare.
Proviamo a dare una dimensione al “problema spreco”. Secondo il Rapporto Waste Watcher 2024 lo spreco alimentare vale in Italia 15 miliardi di euro all’anno, circa un punto di Pil (senza considerare i costi ecologici): nelle case degli italiani finiscono nella pattumiera prodotti alimentari per circa 6 miliardi di euro ogni anno, a cui vanno aggiunti 9 miliardi euro dello spreco di filiera.
La domanda che ci poniamo è: cosa possiamo fare per arginare questo fenomeno? Consapevoli dell’importanza della tematica, le aziende del settore sono scese da subito in campo per dare il proprio contributo attraverso azioni concrete.
Nel Report di Sostenibilità della Distribuzione Moderna 2023 sono riportate alcune tra le best practice del retail, dalle quali è evidente che il 100% delle imprese effettua donazioni a enti caritativi, oltre l’80% applica una scontistica particolare a prodotti in via di scadenza e quasi l’85% delle realtà intervistate per la realizzazione del Report inserisce nell’etichetta dei prodotti informazioni nutrizionali e modalità di consumo. Dall’arrivo dei prodotti nel supermercato fino alla vendita al cliente tutta la filiera è coinvolta e attenta a evitare quanto più possibile che si generino eccedenze e, quindi, sprechi.
Donazione delle eccedenze
Il 100% delle imprese del Retail dona le eccedenze alimentari a enti caritativi del Paese
Per questo motivo, per il nostro settore è fondamentale investire per sviluppare una rete di collaborazione di filiera e comprenda le realtà del territorio in cui sono presenti i punti vendita, per creare sinergie e procedure sempre più virtuose per eliminare gli sprechi.
Gestire gli assortimenti in maniera efficace è uno dei punti cardine su cui le insegne del retail operano. Tramite un buon riordino delle scaffalature si evitano, infatti, i surplus di alimenti e conseguentemente gli sprechi. Per una corretta gestione delle merci in punto vendita è fondamentale il ruolo svolto dal personale.
Queste figure, specializzate, monitorano con attenzione la disposizione della merce riassortendo e riposizionando l’offerta in base anche alla data di scadenza. Il lavoro svolto dagli addetti del punto vendita viene oggi sempre più supportato da strumenti tecnologici innovativi. Racconta Marta Casella, CSR Manager di un’importante realtà del settore retail: «Sono state attivate diverse collaborazioni con start-up specializzate nello sviluppo di applicazioni di intelligenza artificiale: attraverso un’app i dipendenti dei punti vendita che si occupano della gestione della merce a scaffale, possono mappare i prodotti presenti all’interno del punto vendita e avere evidenza immediata delle scadenze. Questo permette loro di intervenire tempestivamente nel riordino della merce evitando la generazione di sprechi».
Oltre a un riposizionamento a scaffale, i prodotti prossimi alla scadenza, in base anche alla tipologia alimentare, possono essere messi in vendita a prezzi scontati spesso all’interno di corner specifici nel punto vendita o possono essere riqualificati e riutilizzati all’interno di altri reparti. Continua Marta Casella: «Il reparto panetteria, per esempio, può valorizzare il pane avanzato e trasformarlo in pangrattato o crostini. Lo stesso vale per la frutta e la verdura, che possono essere vendute in sconto o come misto per la preparazione di altre pietanze. Facciamo il possibile per non lasciare che dei prodotti ancora commestibili vengano buttati». Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) rappresenta un ottimo alleato per il nostro Paese nel percorso verso la decarbonizzazione dei processi produttivi e della mobilità. Infatti, a questa tematica è dedicata la missione 2 del Piano, che prevede fondi per quasi 60 miliardi di euro destinati a implementare tutti i processi della rivoluzione verde, dall’agricoltura sostenibile all’efficientamento degli edifici, passando per la tutela del territorio e delle risorse idriche.
dal negozio al magazzino: le persone fanno la differenza nella lotta allo spreco
Formare e informare. È fondamentale fornire al personale di reparto gli strumenti adeguati per poter aiutare i consumatori nelle scelte d’acquisto e a comprendere meglio le indicazioni sulla data di scadenza dei prodotti. Per essere più precisi: la data di scadenza viene riportata obbligatoriamente sugli imballaggi alimentari dei prodotti rapidamente deperibili. Nel caso di prodotti alimentari considerati non deperibili si fa ricorso ad una indicazione diversa che è il termine minimo di conservazione (TMC). Il TMC è un tempo obbligatorio di vendita, cioè il prodotto non può essere messo in vendita oltre tale data, ma non è un tempo obbligatorio per il consumatore che può consumarlo anche nei giorni seguenti. Questo poiché dopo la data riportata come TMC l’alimento non risulta essere immediatamente pericoloso dal punto di vista igienico-sanitario e non rappresenta un rischio per la salute.
«Avere al proprio interno degli stabilimenti di produzione è un grosso vantaggio per il retail alimentare» racconta Ilaria Cattaneo, Direzione Assicurazione e Qualità di un’altra importante azienda del nostro settore, «il fatto di essere una Food Company e di avere produzioni interne ci permette di fornire ai negozi quello che tendenzialmente è il fabbisogno legato alle vendite. In tema di riduzione delle eccedenze questo è senz’altro un valido aiuto». E laddove si verifichi l’avanzo di alcune tipologie di prodotti, l’azienda si fa comunque trovare pronta. «Le eccedenze da noi possono essere gestite in due modi: o con reso a magazzino (prodotti secchi, come pasta, sughi detersivi etc.), o smaltimento da negozio (prodotti freschi, come verdura, frutta, macelleria)».
Anche per quanto riguarda gli scarti che arrivano direttamente dagli stabilimenti, il percorso è delineato. «In questo caso – racconta Luca Magnani, Direttore qualità della stessa azienda – i prodotti possono avere sfridi di lavorazione ed errori di etichettatura. In questo caso attiviamo i nostri contatti con Banco Alimentare e tutte le onlus del territorio». «Agire tempestivamente è il punto di forza. Non appena ci rendiamo conto che avremo del cibo che non può finire in negozio, ci mettiamo in contatto con la nostra rete di Onlus e in breve tempo organizziamo il ritiro della merce. È un’attività necessaria ancor prima di utile, ma soprattutto gratificante. Con una telefonata e in poco tempo abbiamo fatto la cosa giusta per l’ambiente e per la società».
Al centro di ogni attività per combattere lo spreco sono evidentemente le persone. I collaboratori, dal negozio al magazzino, fino alla sede, sono parte sempre più attiva della lotta contro gli sprechi. Per questa ragione, è fondamentale per il settore continuare a promuovere una cultura che sensibilizzi ed educhi al “non spreco” tutti, dalle famiglie ai propri collaboratori. Dove l’ingaggio di tutte le risorse a tutti i livelli è alto, maggiore è la probabilità di raggiungere gli obiettivi e con più soddisfazione da parte di tutti.
la distribuzione promuove la cultura del “non spreco”
«Le aziende puntano molto sull’interazione tra operatore del supermercato e cliente nei punti vendita» spiega Marta Casella. «Soprattutto durante giornate specifiche come quelle contro lo spreco alimentare o nei giorni a ridosso delle festività, sono gli addetti del punto vendita “formati” che si occupano di sensibilizzare i clienti che entrano nel supermercato sul tema del non spreco, anche attraverso banchi informativi nelle corsie o agli ingressi dello store». «Questa attività ha portato nel tempo a una fidelizzazione tra le aziende e le proprie persone: incentivando la collaborazione, promuovendo i valori aziendali e con un impatto diretto sulla diminuzione dello spreco», conclude Casella. «Coinvolgendo i nostri collaboratori direttamente nelle loro attività quotidiane abbiamo notato un crescente senso di responsabilità da parte loro che ci ha permesso di ampliare il numero di iniziative messe in campo e agire con maggior efficacia per contrastare gli sprechi». – aggiunge Luca Magnani
È un impegno importante quello che noi della Distribuzione Moderna portiamo avanti contro lo spreco alimentare. Un impegno guidato dal senso di responsabilità sociale e ambientale che sentiamo e dalla volontà di voler contribuire in maniera concreta a realizzare un futuro più sostenibile per tutti.